Da ragazzo ho scritto tante canzoni e la mia chitarra era per me un indumento senza il quale mi sentivo nudo.
Portavo con me un’agenda sulla quale annotavo le mie sensazioni, le mie intuizioni e nei momenti di grazia si creava un atmosfera magica nella quale parole e musica si incontravano per dar vita ad una canzone, una nuova creatura che amavo e coccolavo.
Ed ogni nuova canzone mi sembrava più bella delle altre e la facevo ascoltare ai miei amici presentandola come fosse un nuovo amico , una persona con i suoi pregi e difetti che avrebbe fatto parte del gruppo e ci avrebbe accompagnato nelle sere di inverno davanti ad un fuoco improvvisato o nei giorni di estate seduti su un muretto della villa.
Nella mia vita non ho fatto il cantautore come Antonella Perrini prevedeva in questo articolo del 1984 ma ho scoperto la bellezza dell’arredare ed ho avuto la fortuna di vivere di un lavoro che mi ha appassionato e continuo ad amare anche nei momenti difficili .
La passione mi aiuta a cercare nuove idee e mi fa guardare le case dei miei clienti come un foglio bianco sul quale scrivere la mia musica.
E oggi sono impaziente di vedere dal vivo i lavori che ho progettato,quella cucina che sembrava impossibile,
quel divano moderno in pelle color tortora con la parete in massello di memoria,il vecchio garage che è diventato una zona giorno o più semplicemente quella poltroncina con lampada e tavolino che serviva alla mia cliente per dare una nuova veste al soggiorno, perche’ spostare i vecchi mobili non era più sufficiente.
Meravigliosi quei clienti che si alzano la domenica mattina con la voglia di cambiare e mettono sottosopra la casa invertendo la posizione del tavolo con i divani e che graffiano il parquet perchè impazienti di vedere la nuova disposizione ed essere sempre contenti del nuovo assetto perchè il nuovo è sempre più bello.
Importante poi il giudizio del vicino o della mamma o degli amici che quasi sempre danno un giudizio perfettamente in linea con il loro entusiasmo.
Ascoltare il parere degli altri è importante e mi ricorda tanto la mia ansia quando aspettavo il giudizio di chi ascoltava le mie nuove canzoni.
Ne scrutavo il volto, cercavo di carpire le più vere sensazioni e impazzivo di gioia quando le apprezzavano e godevo quando le cantavano.
Ormai suono la chitarra solo in qualche serata passata con i miei amici dopo una bella mangiata e un bicchiere di vino e naturalmente mi manca tanto.
Ma creare è creare e anzichè combinare delle note oggi combino forme e colori e arredare è come scrivere una canzone.
Michele De Biase
Grazie mille, è esattamente ciò di cui avevo bisogno. Duilio Romani