IL BIANCO E IL VETRO NEGLI ARREDI E NELLA STRUTTURA
Ci sono rimasti un paio di argomenti facili facili.
Se c’è poca luce in casa o comunque non siete soddisfatti di quella che c’è non ci resta che concentrarci sul colore.
Mi riferisco ovviamente al colore delle pareti, dei mobili e degli accessori.
Il secondo passo, importantissimo, sarà quello di utilizzare nel migliore dei modi la luce che vi arriva dall’ Enel o da qualsiasi altra sua concorrente.
Senza dover rispolverare le lezioni di scienza da scuola media (Newton & Co), vi faccio una domanda: qual è il colore più luminoso? Certamente il bianco, anche se viene definito un non colore assieme al nero.
Il bianco quindi, nelle sue migliaia di varianti tipo bianco sale, bianco neve, bianco calce, bianco ottico, bianco latte e chi più ne ha più ne metta, è il colore che riflette meglio la luce e quindi, il più luminoso di tutti, ragion per cui è il caso di capire in modo pratico, come gestire il” Bianco”.
IL BIANCO IN CASA
Sarebbe facile consigliare il bianco ovunque senza entrare nei dettagli ma bisogna tener conto di tutta una serie di quesiti e di dubbi che questa scelta implicherebbe. Vogliamo fare qualche esempio? Ecco una lista di dubbi e situazioni reali che mi ritrovo a gestire sul campo:
- non voglio una casa tutta bianca perché mi sembra un ospedale!
- ho le porte in ciliegio e il pavimento beige, che ci azzecca il bianco?
- sì, il bianco è luminoso ma mi sembra freddo!
- ho il letto avorio, posso mettere un armadio bianco?
- i mobili bianchi contro le pareti bianche si perdono perché non c’è contrasto!
- ho dei mobili della nonna in legno scuro, non so come ci starebbe il bianco!
Dopo aver riletto queste obiezioni, mi sono reso conto che mi sono messo in un bel guaio, perché è più complesso di quanto sembri a prima vista. Ma non posso tirarmi indietro e cercherò di andare avanti con calma, magari facendo qualche esempio concreto.
ESEMPI & CO
Luciana ha un soggiorno poco luminoso e per questo ha deciso di ristrutturarlo del tutto o parzialmente, per poi arredarlo. Non può cambiare o allargare le finestre, non può creare aperture nel soffitto e non può utilizzare il tunnel solare e chiarisce la sua opinione sul bianco:
“non voglio una casa tutta bianca perché mi sembra un ospedale!”
Bene. Luciana ha come obiettivo principale una maggiore luminosità che attualmente è ridotta a causa di un pavimento troppo scuro, porte in noce, pareti arancioni e arredi scuri.
Il gioco quindi si fa semplice perché cambiando il pavimento e colorando le pareti di un colore tenue possiamo schiarire il 70% delle superfici visibili (grigio chiaro, nocciola chiaro, legno chiaro, corda, tortora ecc.), utilizzando poi il bianco per gli arredi e le porte, rendendo la cucina a vista con una porta a vetri, inserendo un camino per dare calore e una carta da parati per gli effetti speciali, probabilmente otterremo l’effetto desiderato. Naturalmente sarà necessario illuminare correttamente la stanza ma di questo ne parleremo dopo.
Passiamo ad un altro cliente:
“ho le porte in ciliegio e il pavimento beige, che ci azzecca il bianco?”
Come che c’azzecca il bianco? Ci azzecca eccome! Se hai porte in ciliegio e arredi in ciliegio puoi tranquillamente inserire il bianco. Sul pavimento beige poi spezza pure.
Questa invece la richiesta di Marisa:
“sì, il bianco è luminoso ma mi sembra freddo!”
Qui entriamo nel soggettivo e se a Marisa il bianco non piace perché preferisce un ambiente più caldo, allora dobbiamo trovare delle alternative. Chiariamo subito che alla base di tutte queste richieste c’è comunque il bisogno di avere ambienti più luminosi, cosa che si vuole ottenere senza grosse opere strutturali.
Allora Marisa, incominciamo a sistemare per terra un bel po’ di tappeti chiari che oltre a dare un pochino di luce, ti trasmettono pure quel calore che cerchi. Poi alterniamo superfici lucide a superfici opache giocando sui chiari e gli scuri. Lasciamo il soffitto bianco e bianche la maggior parte delle pareti, colorandone giusto qualcuna più importante, del colore che preferisci.
“ho il letto avorio, posso mettere un armadio bianco?”
Chiedilo a te stesso. Se ti piace l’armadio bianco mettilo pure, nessuna regola può vietarlo. Magari fa attenzione allo stile, guarda bene l’accostamento e, cosa molto importante, replica dove è possibile questo binomio bianco-beige, ad esempio sulle tende, sul copriletto ecc.
Sentiamo questa:
“i mobili bianchi contro le pareti bianche si perdono perché non c’è contrasto!”
Parzialmente vero. Se ti piace vestirti in modalità “spezzato”, vorrai di certo accostare vari colori. Ma se opti per un abito tutto bianco o tutto nero otterrai un effetto completamente diverso e per niente male, anzi!
Nell’arredamento le cose non sono tanto diverse anche se devo ammettere che realizzare un ambiente tutto bianco è davvero molto difficile.
Quindi dico parzialmente vero perché se non vuoi impazzire con il Total White, ricercando la perfezione delle forme, masturbandoti con l’ossessione dei dettagli, impazzendo per linee super essenziali, allora devi creare un minimo di contrasti. Quindi via libera al tanto osannato color tortora che mette d’accordo tutti, i belli con i brutti e fai schizzare gli arredi bianchi sulle pareti tortora: successo garantito!
Un nostalgico:
“ho dei mobili della nonna in legno scuro, non so come ci starebbe il bianco!”
Scherziamo? Certo che va bene. La domanda vera è” cosa fare dei mobili della nonna?”
Solo e sempre bianco?
Pochi giorni fa ho ricevuto una graditissima visita di clienti di Conversano che avevano acquistato da me una cucina in noce scuro con top in laminato nero nel 1990.
Nonostante che la cucina fosse ancora in ottimo stato, i miei clienti avevano voglia di rinnovarla e mi hanno invitato a casa loro per un sopralluogo, che ho fatto dopo pochi giorni.
Ho trovato una cucina in ottime condizioni ma chiaramente datata stilisticamente e molto buia, in un ambiente reso ancor più buio da un ombreggiamento dovuto ad un gazebo in legno massiccio e da un pavimento in granito scuro.
Ho chiaramente proposto una cucina assolutamente bianca con top grigio chiaro ma non vi nascondo che i miei clienti sono andati in crisi perché dopo aver vissuto per 32 anni in un contesto da 2 novembre, temono di ritrovarsi nelle stesse condizioni di un prigioniero che rivedendo la luce, ne rimanga tanto abbagliato da non riuscire più a vedere.
Quindi, se da un lato si ha voglia in qualche caso di rinnovare un ambiente e desiderare una maggiore luminosità, non è detto che il bianco possa essere la giusta soluzione perché la scelta del colore è soggettiva e, come nel caso di questi miei clienti, bisogna valutare delle alternative ricercando nelle 50 sfumature di colore più chiare, quella che soddisfa la persona che in quel contesto ci deve vivere.
IL VETRO NEGLI ARREDI E NELLA STRUTTURA
Abbiamo visto come anche in ambienti molto grandi e con grandi finestre non bisogna rilassarsi, soprattutto se la luce arriva solo da un lato. È importante che la luce arrivi in modo uniforme in tutti i punti della stanza.
Un metodo semplice e poco usato per far circolare la luce in più parti della casa è l’utilizzo del vetro.
Recentemente ho aiutato il mio amico Rio a ristrutturare la casa di Torino ed essendo un tipo davvero solare (come il suo secondo nome), mi ha chiesto di suggerirgli tutte le soluzioni possibili per far circolare la luce ed aumentarne l’intensità.
A parte il fatto di aver sostituito il pavimento con cemento chiaro ed aver demolito i divisori di troppo per creare un luminoso spazio aperto, gli ho suggerito di sfruttare l’altezza dei tre metri, creando al disopra delle tre porte che danno nella zona notte, delle aperture in vetro. L’effetto è fantastico e la luce passa dal soggiorno alle camere e viceversa a seconda della posizione del sole e Rio è sempre più solare, oltre che pienamente soddisfatto.
Pochi mesi fa, Giovanni e Marta mi hanno chiesto di riprogettare una casa degli anni 60, piena di corridoi e spazi angusti.
Ho rispettato la fisionomia della casa sostituendo dove era possibile, intere pareti in muratura con divisori in vetro trasparente. Ho così ottenuto che la luce passasse liberamente tra i vari ambienti che in qualche modo rimanevano suddivisi.
Quindi più trasparenza si traduce in maggiore circolazione della luce.
LA LUCE ARTIFICIALE
Non ti aspetterai che ti renda esperto di illuminazione artificiale in una paginetta spero, per cui accontentati di queste piccole pillole da mandar giù senz’acqua.
Anche se una perfetta luce artificiale mette in evidenza i nostri difetti, ci mostra le rughe e i brufoli nello specchio del bagno, ci consente di leggere perfettamente la bilancia, ci ricorda quanto è sbagliato quell’accostamento dei colori e quanto è fatto male l’intonaco, è importante e necessaria al pari della luce naturale.
Innanzitutto bisogna prevedere varie fonti di illuminazione distribuite a seconda delle necessità e considerare che è meglio disporre tante piccole fonti di luce che un enorme lampadario al centro della stanza.
Bisogna quindi prevedere luce diretta sui piani di lavoro, sui tavoli, nei posti di lettura o per evidenziare dettagli interessanti come quadri, mobili o strutture architettoniche.
Sono fondamentali lampade a luce soffusa per creare atmosfera e luce indiretta per illuminare gli ambienti.
Se è così evidente e così universalmente accettato che la luce artificiale è tanto importante, come mai nelle case pendono dal soffitto corrugati con lampadine provvisorie? Perché nelle cucine i piani di lavoro non sono illuminati? E i tavoli con l’ombra della propria testa sul piatto? Come vedere le spine del pesce? Come scansare il pezzo d’aglio nella minestra?
E cosa dire dei percorsi al buio fino a raggiungere l’interruttore più vicino?
Gli stinchi e i mignoli del piede spesso ne fanno le spese!
Che dire poi dei quadri nella penombra, della parete in pietra che nessuno apprezza di sera, dell’impossibilità di leggere un libro, degli sforzi per guardarsi negli occhi, della tv che fa male agli occhi?
Per non parlare degli eccessi opposti, anzi parliamone:
Parlo di piantane che sparano luce, lampadari da 1000 watt, illuminazione da festa patronale, con il risultato di non dare agli arredi la corretta dose di luce in relazione all’ambiente e all’atmosfera che si vuole creare.
Morale della favola, con tutti i consigli dati in questa “trilogia” della luminosità, dovresti avere immagazzinato informazioni sufficienti per rimandare la tua visita dall’oculista e ridurre le sedute di psicanalisi perché la luce è vita ed è ” tutto” nell’arredamento.
Michele De Biase